Candidati che fanno di tutto per non far capire in che partito sono candidati

| buttato dentro il 28 Aprile 2018 | alle ore 11:39 | da | nelle categorie aosta, politica | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Spuntate come funghi. Create pagine su Facebook per l’occasione, fate video un po’ tentennanti in cui guardate in alto in cerca di sicurezza, vi mangiate le parole e ripetete concetti che sembra proprio qualcuno vi abbiano inculcato. Riempite pagine di concetti semplici, condivisibili e trasversali: «Più lavoro!». «Incrementiamo il turismo!». «Via la corruzione!». «Basta con i volti noti!». «W la Valle d’Aosta!».
Ma lo dite tutti, tutti, e tutti allo stesso modo. Quello che non vi è chiaro, ecco, è che spesso non si capisce manco in che lista siete candidati. Io vi voterei tutti – beh, tutti proprio no, non esageriamo – ma avete così tanto banalizzato la politica che potreste essere candidati indifferentemente nella Lega o nel Pd, nell’Uv o nel Mouv’, nell’Uvp o nell’Alpe, nel M5s o nel Centrodestra, in Impegno civico o nella Stella Alpina. In un partito che ha governato per 40 anni o in uno nato tre giorni fa. In una lista che ha il presidente della Regione e sei assessori o in una di 35 debuttanti.
Già che avete tanto da dire, dite qualcosa di diverso. E soprattutto: dite dove siete candidati, che non ve l’ha prescritto il medico di farlo. E se vi faceva così schifo il simbolo sotto cui siete candidati, forse un problemino c’è.


Laurent Viérin ha ucciso Laurent Viérin

| buttato dentro il 15 Gennaio 2018 | alle ore 23:38 | da | nelle categorie demenza giovanile, storie di vita vissuta | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Eravamo il presidente della Regione Laurent Viérin e io. In corso Padre Lorenzo, centro di Aosta. Entravamo in un vecchio fienile, in pietra e legno. Dentro c’erano altri due Laurent Viérin, uno identico al numero uno, l’altro con i capelli un pelo più lunghi. A un certo punto il Laurent Viérin numero due si avvicina al Laurent Viérin numero uno e gli spara. Quasi a bruciapelo. “Cazzolina, hanno fatto fuori il presidente e io sono proprio qui, adesso sparano anche a me”, penso. Il Laurent Viérin numero due e il Laurent Viérin numero tre scappano. Il Laurent Viérin numero uno resta lì, a terra. Anche se gli hanno sparato dritto nel petto, ha solo una ferita di striscio a una gamba.
Poi, mi sveglio.


Nevismi

| buttato dentro il 10 Dicembre 2017 | alle ore 16:08 | da | nelle categorie storie di vita vissuta | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Ho visto un tizio con il pandino. Ci aveva montato le catene, ma sgasava così tanto che le ruote davanti pattinavano.
Mi chiedo sempre dove cavolo vogliate andare tutti. Nevica, è domenica e i regali li fate tutti la vigilia. Si sta a casa a guardare cadere la neve e a mangiare cioccolata calda, forza.


Autoinsultandosi

| buttato dentro il 9 Dicembre 2017 | alle ore 15:44 | da | nelle categorie storie di vita vissuta | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Ieri mi sono chiuso fuori. Uscendo ho preso per sbaglio le chiavi di casa dei miei genitori.
Nel piccolo dramma umano, penso: «Pirla che sono, vado dai miei a prendere la copia delle chiavi di casa mia».
Percorro le poche centinaia di metri che separano le nostre umili magioni. Arrivo davanti alla porta, scampanello e cristono: «Ecco, non ci sono. Adesso come faccio?». Continua…


«Esistono storie che non esistono»

| buttato dentro il 24 Novembre 2017 | alle ore 10:40 | da | nelle categorie aosta, stra-cult | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

venariaAnni 80. In una piccola città del Piemonte alle porte di Torino, una serie di eventi inspiegabili cambia per sempre la vita di una comunità. Un bimbo all’improvviso scompare. Una madre angosciata ha contatti paranormali con lui, ma tutti le danno della pazza. Uno sceriffo di mezza età, alcolizzato e svogliato, indaga a fondo, ma invano. Mentre tutti lo danno per morto, il piccolo è finito in un luogo immaginario: il mercato coperto.
È un luogo ambivalente. Prende vita solo nelle fervide fantasie dei più piccoli o esiste davvero? Come negli incubi dei bambini, è popolato di creature malvagie: il perfido demogorgone può arrivare anche nel mondo reale o è confinato in questo limbo vischioso? Continua…


Della differenza tra essere maggioranza e opposizione

| buttato dentro il 23 Novembre 2017 | alle ore 12:14 | da | nelle categorie aosta | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

aurelioL’ipse dixit dell’anno è dell'(ex) assessore (e poi di nuovo assessore) regionale ai Trasporti, Aurelio Marguerettaz.
Durante l’interregno dei ribaltonisti durato 7 mesi, in cui alle Opere pubbliche era assessore Stefano Borrello, crolla un pezzo di tunnel del Gran San Bernardo.
In Consiglio regionale, lo stesso giorno dell’incidente, Marguerettaz disse: «Cerco di dare una mano a Borrello, visto che mi pare che non abbia grandi informazioni. Sembrerebbe che il problema sia quello delle plafoniere. Continua…


Quella volta che Boldi e De Sica progettarono il nuovo mercato coperto di Aosta

| buttato dentro il 23 Novembre 2017 | alle ore 11:25 | da | nelle categorie aosta, stra-cult | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

mktAd Aosta c’è un mercato coperto. Dentro ci sono otto (OTTO!) ambulanti, un intero piano è vuoto. C’è un po’ di passaggio il martedì, giorno del mercato settimanale. Altrimenti c’è il deserto.
Il Comune decide di affidare uno studio per rifarlo.
Sceglie la premiata coppia Boldi&De Sica, due architetti di fama internazionale. Poi si scopre che Boldi&De Sica non lavorano più insieme: “Bando a un’azienda fantasma”, dicono i giornali. La Boldi&De Sica scrive piccata alla stampa, tramite avvocatoni, per dire che come sempre è bugiarda perché non solo la Boldi&De Sica esiste ancora, ma si chiama solo Massimo Boldi srl. C’è pure una Christian De Sica snc, ma siamo noi giornalisti a non capire niente perché la partita Iva della Boldi srl è la stessa della Boldi&De Sica. E che “solo Boldi” è uguale a “Boldi più De Sica”. Suvvia. Continua…


Di montagne, incendi e periferie dell’Impero

| buttato dentro il 29 Ottobre 2017 | alle ore 13:46 | da | nelle categorie news | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

incendio

Dalla vicenda degli incendi sulle valli piemontesi ho capito questa cosa: non siamo marginali perché il primo cinema è a un’ora di distanza o perché non ci sono ferrovie o le scuole fanno sezioni multiclasse. Siamo marginali perché finché la cenere dei nostri alberi non arriva sui parabrezza delle auto in città, a nessuno frega che la Val Susa stia bruciando. Se la montagna continuerà a essere considerata un posto mistico e sacro, che esiste solo per le liete evasioni della domenica, la gente che ci abita, come me, sarà costretta pian piano a scappare, come stanno facendo ora gli animali dai boschi in fiamme.
Sara Colombo
28 ottobre 2017 alle 20,54

In questi giorni, tra i monti valdostani, ci riempiamo la bocca del concetto di autonomia Continua…


Ovini

| buttato dentro il 21 Settembre 2017 | alle ore 1:49 | da | nelle categorie aosta | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Pecore, pecore a perdita d’occhio.
“Ma quante ne ha?” chiedo al pastore.
“Bah, mica tante”.
“Come mica tante? Non ne ho mai viste così tante!”
Alza le spalle, come a dire “non hai proprio visto niente nella vita”.
Al che chiedo: “Ma per curiosità, quante sono?”
“Cinquecento”.
pecore


Credenze

| buttato dentro il 2 Settembre 2017 | alle ore 12:44 | da | nelle categorie aosta | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Su TuttoLibri di oggi, l’ineffabile Bruno Gambarotta smonta in una frase il bilinguismo valdostano, recensendo Pulvis et umbra, l’ultimo Rocco Schiavone
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