Dio ti vede…

| buttato dentro il 23 Settembre 2007 | alle ore 12:11 | da | nelle categorie dio, storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

… ma non fa la spia


Territori a sé stanti

| buttato dentro il 19 Settembre 2007 | alle ore 14:14 | da | nelle categorie aosta, psico, storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , | se hai qualcosa da dire leggi i 2 commenti e aggiungine un altro » |

L’altra sera ero al McDrive, il take away automobilistico di McDonald’s, a metà tra un “Drive in” della ciccia e un pit-stop dello stomaco.
La coda per hamburger e patatine e cocacola annacquata era lunga: complice l’ora tarda, il buio ormai tagliente e la mia mente stramba, attorniato sulla mia Punto da una Bmw (davanti) e da una Bmw (dietro), mi è venuto da pensare a come ci si comporta in caso di incidente al McDrive. Niente di eccezionale, anche solo un mini tamponamento, una graffiatina alla carrozzeria. Tantopiù che la rampa di accesso al McDonald’s di Aosta (sì, il Mac di Aosta, non uno dei Mac di Aosta… ce n’è solo uno in tutta la Valle) è stretta, d’acciaio, tortuosa e, a vederla, instabile.
Ho immaginato scene di delirio nel compilare la constatazione amichevole, tra una sgranocchiata ad una patatina o ad un McNugget, che sennò si freddano. Ho immaginato le carte (assorbenti) bollate in caso di colpa o negligenza del signor Ronald McDonald, lui e la sua schiera di avvocati con le scarpe di dieci numeri in più.
Poi ho pensato che nulla di tutto questo sarebbe reale: il McDonald’s è un mondo immaginario, dove tutti si resta piccini (anche io che quasi non mangio carne e vivo di cibi sani cedo al fascino delle schifezzuole d’oltreoceano), dove tutto è bontà, perfezione e puntualità, dove gli incidenti non sono immaginabili.

E soprattutto si è su suolo privato, dove il codice della strada non vige…


«Ognuno conosce il proprio mondo»

| buttato dentro il 9 Settembre 2007 | alle ore 21:47 | da | nelle categorie aosta, storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Il mondo degli artisti di strada è piccolo, come tutti i mondi. Gli artisti, ognuno dei quali tira fuori il meglio di sé ed è spesso un “meglio” migliore di quello di tante persone che fanno “carriera” nel mondo dello spettacolo, si conoscono quasi tutti. Scherzano, ridono, si invidiano, si danno consigli. Tra loro nascono amori, amicizie, odi. Proprio come le persone normali. Dietro alla maschera della strada si nascondono persone speciali, ma che senza maschera sembrano normali.
Sembrano, perché non lo sono. La vita sulla strada è difficile, spesso le qualità espresse sono sottovalutate per il solo fatto di esprimerle gratuitamente e in uno spazio non convenzionale.
E, fino a ieri, anch’io ero il primo a sottovalutarle…

Nell’immagine ©AM, la miticissima Gabry Corbo


Un uomo, un mito #04… se ne va un altro pezzo della mia infanzia

| buttato dentro il 5 Settembre 2007 | alle ore 10:37 | da | nelle categorie storie di vita vissuta, stra-cult, tivì | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Si può dire che sia cresciuto a pane e “A me mi torna in mente una canzone”. Ricordo sempre, ed è uno dei miei primi ricordi, mio papà che, davanti al registratore, canticchia insieme a me che iniziavo a dimostrare le mie pessime doti di cantante, il pezzo che Gigi Sabani aveva portato al successo ad inizio anni ’80.

A me mi torna in mente una canzone / che mi cantava sempre il mio papà


Hitler si sarebbe suicidato…

| buttato dentro il 30 Agosto 2007 | alle ore 14:33 | da | nelle categorie storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Uno sprinter non tedesco, di colore e gay (di nome) ha vinto i 100 e i 200 metri ai mondiali di Osaka.
Adolfo, ai tempi, se ne è semplicemente andato dallo stadio.
Stavolta non credo sarebbe resistito…


I fascisti sono tutti pidocchiosi

| buttato dentro il 29 Agosto 2007 | alle ore 20:04 | da | nelle categorie aosta, storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

E comunque…

| buttato dentro il 27 Agosto 2007 | alle ore 20:21 | da | nelle categorie aosta, storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

… “ma non ha visto che andavo indietro?!?


Tante cose che si capiscono a bordo campo

| buttato dentro il 19 Agosto 2007 | alle ore 12:47 | da | nelle categorie aosta, sport, storie di vita vissuta, stra-cult | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

1. Da bordocampo non si vede tutto il campo
2. Nel campo c’è una quantità di gente che non dovrebbe starci e che è sempre in mezzo ai piedi
3. I fotografi non sanno cos’è una touche, una mischia o una trasformazione, perché sono tutti calciofili convinti un po’ schifati da questi omoni enormi e senza parastinchi
4. La professione di fotografo dipende molto dal culo
5. La buona riuscita delle foto dipende esclusivamente dal lato in cui il mediano di mischia apre l’azione
6. Gli accrediti stampa sono regolati dal caso
7. I giapponesi non sempre hanno gli occhi a mandorla
8. L’importante è strillare e fischiare quando il possesso di palla cambia squadra, anche se non si ha idea del motivo
9. Basta che un giapponese si chiami Takazzzu o Kakato che tutti ridono fragorosamente
10. L’italiano medio, di sport non capiscono niente

Nell’immagine ©AM, Marko Stanojevic a meta


Quelle che al telefono sembrano scuse…

| buttato dentro il 4 Luglio 2007 | alle ore 15:24 | da | nelle categorie storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Eccomi, di nuovo, a raccontare di un “rompiballe telefonico”, figura ormai familiare a chiunque possegga un collegamento telefonico e abbia permesso la pubblicazione del numero sulle pagine bianche
“Sono della XyzDepur”
“Buongiorno”
“Volevo informarla che in questi giorni siamo nella sua zona per presentare direttamente i nostri prodotti. Quando possiamo passare, una mezz’oretta, per valutare l’acqua del suo rubinetto e proporle i nostri depuratori?”
“Guardi, non saprei”
“Oggi verso le due?”
“No, siamo senz’acqua”
“Ah, non sapevo che anche la vostra zona fosse soggetta a questi problemi”
“A dire il vero stanno facendo dei lavori su un tubo nella zona”
“Allora domani”
“No, domani è impossibile. Lasci perdere, non è che sia così interessato”
“Come vuole, buongiorno”.

Click.
Ho come avuto l’impressione che al guasto alle condutture non abbia creduto…


Come farsi del male aggratis

| buttato dentro il 14 Maggio 2007 | alle ore 21:27 | da | nelle categorie aosta, sport, storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Ieri solito giro in muntan baic, una bella discesola in compagnia.
Poco prima di metà percorso, appare una simpatica girandola “portatile” proprio in mezzo al sentiero. E’ chiusa, non butta fuori acqua con il solito “tac-tac”. Rallentiamo, la aggiriamo, non ci crea nessun problema. Peccato che, attaccato alla girandola, ci fosse un bel fil di ferro, lungo qualche metro, che si attorciglia alle bici, ruote, al cambio, dovunque.

Ultimiamo il giro, mancano 500 metri, a spanne: sono io davanti in un lungo rettilineo molto ripido e largo. L’erba è alta, abbastanza preoccupante perché può celare qualsiasi cosa: sassi, buche, rami, o fili di ferro, visto che oggi li abbiamo già incontrati. Rallento e scendo con prudenza. All’improvviso, vedo un filo arancione, il classico “pastore elettrico” che qualche allevatore ha lasciato a mezza altezza in mezzo alla strada.
Geniale.
Inchiodo, ma non riesco ad evitarlo. Cado, batto un po’ dappertutto, mi graffio le gambe, batto le ginocchia, un gomito, la testa, tutto.. rotolo un po’.
Insomma, io sono passato oltre al filo, la bici ci è rimasta attaccata, quasi avviluppata al pastore.
E meno male che andavo piano… ma questa moda di lasciare sentieri e strade in “disordine” non è piacevole… soprattutto il giorno dopo, quando anche a camminare senti le ferite che tirano…