Schegge sparse da Pila – World Cup DH e 4X – 16/21 agosto 2005

| buttato dentro il 5 Settembre 2005 | alle ore 12:31 | da | nelle categorie aosta, sport, stra-cult | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Dopo due settimane dalla fantastica settimana di Coppa del Mondo a Pila, e soprattutto dopo aver metabolizzato (un po’) il traumatico impatto con un mondo “da sballo” fatto di giovani, belle bici e divertimento, scrivo qualche appunto. Principalmente per me, per non dimenticare mai questi 5 giorni di duro lavoro; per non scordare 5 giorni di grande divertimento; per non dimenticare mai tutte le persone speciali che ho conosciuto e che spero di poter reincontrare presto.
1) Fabien Barel, campione della semplicità
Campione del mondo in carica, parlotta amabilmente in francese con Corrado Hérin a pochi passi da me. Ovviamente non lo riconosco… La Panini non ha mai fatto le figurine dei riders!!

– Fabien Barel –

2) Il salto. Ingannevole
A noialtri semplici “volontari” pareva mastodontico, ma in realtà per gli atleti si è rivelato una cretinata. Alto un metro e mezzo, lungo 3 con un salto di 4 metri oltre a una strada poderale, fa tremare le gambe quando ci sei sopra e guardi giù. In realtà viene fatto dai raiders senza quasi accorgersene, buttandosi dritti verso in traguardo nel tratto più veloce di una pista lenta e tecnica. Dopo aver saltato anche 12-13 metri, alla faccia…
3) Phil Saxena, incredibile persona
Vive e campa costruendo piste di four-cross e bmx. Ha una società di cui è boss, la Full Contact Racing “perché in questi sport il contatto fisico c’è sempre!”. Per più di 8 mesi l’anno gira il mondo progettando, realizzando con enormi pale meccaniche e rifinendo con rastrello e picco una pista dietro l’altra, per la gioia degli atleti che in lui ripongono fiducia, e a cui lui chiede consiglio. Gli atleti lo considerano uno di loro.
Io, come interprete, nel mio fluente inglese, mi sobbarco il lavoro duro della rifinitura della pista del 4cross.
4) Corrado Hérin, infaticabile e ragnesco
Si arrampica da un camion ad una conferenza stampa, salta da una posa di un enorme container all’accoglienza degli atleti. Avrà fatto andare più benzina in queste settimane con la sua moto da trial che con il gruppo elettrogeno per l’alimentazione del villaggio dei team. Funambolico come nei tempi migliori.
5) Ettore, Renzo, Roccia, Willy, Enrico, Pelmo, il formidabile Luca, Lucio e tutti i volontari (qualcuno lo dimenticherò sicuramente, me ne dispiaccio)
Sempre pronti a mangiare (tanto) e a bere (bene), ma altrettanto disponibili a “straordinari”, a correre avanti e indietro (chi più, chi meno), a risolvere tutte le magagne e le incombenze del pre-gara, a scarrozzare Phil da Caselle a Pila, a tirar su i traguardi, a piazzare il podio, a lavorare di trapano e palanchino per piazzare le reti. Pochi ma buoni, forse un po’ disorganizzati. Ma la buona volontà ha fatto la differenza.
Un paragrafo a parte va dedicato a Mauro “Ciuri” Grange, colonna portante della manifestazione e mai ringraziato abbastanza. Nelle squadre c’è sempre chi rimane defilato, e Corrado è certamente un nome più prestigioso per un articolo o un servizio di stampa. Entrambi hanno avuto per 5 giorni il dono dell’ubiquità.
6) La birra (bevuta con Vittorio Brumotti)
Per la cronaca, lui ha bevuto un panaché. Glielo avevano fatto assaggiare il giorno prima e da allora non beveva altro… Credo nemmeno a colazione…
Il vicecampione del mondo di trial, invitato da Claudio Brunier a fare “quattro salti” (giù dal tetto della Brasserie du Grimod) con la sua bici “alla Fantozzi”, senza sella. I suoi biglietti da 100 euro che escono dal portafoglio, il suo stile impeccabile, la sua voglia di migliorare nonostante sia tra i migliori del mondo. Un altro personaggio speciale in una settimana speciale.
7) Lo Yeti
Splendido locale in cui si pranza da dio. Con una cameriera “Ma sei bielorussa?”, “No bielllo, solo riussa!”
7bis) La Yeti, splendida bicicletta storica e vincente
Con una guidatrice sulla quale ogni commento è superfluo.
8) Jill Kintner e Bryn Atkinson, la coppia più bella del mondo
Lei domina tra le ragazze del four-cross, lui si piazza bene sia tra i gladiatori, sia nel downhill. Disponibilissimi, come tutti gli atleti, danno una mano a Phil e al sottoscritto nel rifinire la pista di four-cross. Facendoci portare, tra bestemmioni e cristate degli uomini Pila, una decina di camion di terra per gli ultimi “ritocchi” (gli ultimi due viaggi la mattina della gara!). Ma per due così, questo e altro.
9) Brian Lopes, altro sommo delle ruote grasse
Anch’egli a zonzo nei giorni precedenti la gara sul tracciato del four-cross. “Sembra uno sfigatello visto fuori dalle gare, ma se si toglie la maglia ha due pettorali da culturista“. E infatti dominerà le eliminatorie, sopraffatto solo dal velocissimo Prokop in finale. Fuori dalle gare (se non fosse per gli occhiali da 300 euro) una persona normalissima. Si ferma anche a chiacchierare con Jill, Phil e Joey Gough (e il sottoscritto che però, sintonizzato su patois, francese e inglese maccheronico capisce poco degli accenti americani usati nella conversazione) dopo le prove, nel deserto della folla che è già scemata.
10) Brendan Faiclough, faccia da schiaffi
Giovanotto sconosciuto ai più, allievo di Peaty e campione europeo juniores, Brendan stacca il miglior tempo nelle primissime fasi del downhill e rimane al mio fianco per lunghi momenti (il sottoscritto, abbandonata l’amica pala del four-cross il sabato, era addetto al “trono” e al comfort degli atleti sotto il diluvio). 17 anni e li dimostra tutti, va come una scheggia. Riceve i complimenti del gotha della mtb, per poi cedere il posto prima a Re Minnaar e poi al pazzoide ambulante Sam Hill.
See you later at Gallagher’s!“. Non me lo faccio certo ripetere…

– Brendan Faiclough a lungo sul trono –

11) Alan Beggin e la sua borracciona a forma di lattina di RedBull
Schivo all’inverosimile, idolo locale, atleta formidabile per le speranze azzurre. Piazza il tempone, si rilassa rifugiandosi dietro al suo lattinone e sotto il suo casco taurino.
12) Michaela Thaler. L’italianissima
XY: “Ma tu parli tedesco”
MT: “Sì, ma sono italiana!”
XY: “Ma si sente dall’accento che parli tedesco”
MT: “Sono italiana”
XY: “Ma…”
MT: “… sono italiana!!!”
XY: “….”
MT: “SONO ITALIANAAAAAA!”

– Michelina Thaler –

13) Gli atleti al Gallagher’s Pub. Dopo le gare, una birra ci vuole
Dopo la cena della domenica alla Brasserie du Grimod, al tavolo “che di solito prende Briatore quando viene a sciare qui“, con a pochi passi Beggin e qualche atleta inglese. Poi tutti al Gallagher’s. Atleti avvistati: Peat (immancabile, festeggiava già la sera prima della gara), Fairclough, Lopes, Minnaar. Tutti mimetizzati tra gli avventori del pub inglese di Pila. Peccato che non tutti fossero in giro, peccato che gran parte del pubblico se ne fosse andato. Scansare Minnaar o Lopes per andare in bagno è comunque una bella esperienza…
14) La bicicletta della Horakova
L’ex bmx-ara e campionessa del mondo di four-cross mi cede la sua RB per andare in bagno. Azzarola, ho ancora adesso i pantaloni sporchi di fango!
15) Guido Regruto, Massimo, “bestemmiator” Matteo e tutti gli uomini (e le donne) della Pila SpA
Grazie.
16) Greg “Honda-boy” Minnaar
Stupefacente. Avrei voluto vederlo vincere, ma la pioggia ha favorito il saponettaro Sam Hill. La sua bici, che costerebbe su un ipotetico mercato quanto un bilocale arredato a Pila, fa sbavare più di un addetto ai lavori. Anche i motociclisti e le loro tamarrate sulla HRC sono soddisfatti.
17) Fabrizio, Cibì e i Maestri di MTB
Fettucciatori ufficiali di Pila 2005.
18) Gli inni nazionali
Prokop e il rutilante Sam Hill non hanno sorpreso l’organizzazione, che con un pc ha scaricato clandestinamente l’inno ceco e quello australiano, parandosi illegalmente il culo all’ultimo secondo. A parte gli scherzi, è stato interessante non sentire per una volta soltanto l’inno francese o quello americano. Che ovviamente non sono mancati, causa Jill e Anne-Caro.
19) Il meccanico della GT di Lopes
Un personaggio da cartolina, per davvero. Brian e Paula Lopes potrebbero adottarlo.
20) Genepy e grappa. Dominatori
. Phil lo assaggia e se ne innamora. Gliene porto una bottiglia da casa e non la smette più di ringraziarmi. Ad ottobre, se mi fischieranno le orecchie, sarà perché alla festa del suo compleanno brinderà a me con gli amici e il genepy. Sono già preoccupato per loro.
. La grappa al mirtillo fa la sua comparsa alla partenza delle prove del downhill. Un’atleta la beve, reazione schifata, poi grida un “Yummm!! Good!!”. E parte verso Pila nella sua discesa sgasando su un immaginario acceleratore della sua mtb.
21) Anne-Caro. Una leggenda
La Chausson vince. Sarà la sua penultima vittoria (se vincerà il mondiale a Livigno, ma ci sono pochi dubbi) in una carriera esaltante, seconda solo a Vouilloz o forse no: Anne-Carò è più polivalente (in bacheca dual e four-cross a catinelle) e decisamente più simpatica.

– Anne-Caroline Chausson dopo l’ennesima DH vincente –

22) Gli speakerss e la DJ
L’aostano molto puntuale e preciso, il tedesco anglofono molto dinamico. Una buona coppia, altro che malelingue che volevano qualcun altro. La dijei si è divertita, nonostante la pioggia, e per un pomeriggio si è sentita un po’ di musica anche nella tranquilla conca di Pila.
23) Caschi, dadi e tori
Che belli i caschi degli atleti! Integrali con la pinna, integrali senza pinna, da bmx. Con nomi in grande, sponsor, disegni. Tutti lucidi e splendenti. Ho eletto a mio preferito quello di Fionn Griffiths, pieno di dadi nella parte inferiore (e corredato da tappini per le valvole delle gomme dadosi) e coloratissimo sopra, con una piccola cresta squalesca. Sul podio, a pari merito, i RedBull di Alan Beggin “a mo’ di lattina” e di Jill con i due tori rossi.

– Fionn Griffiths e il casco dadoso –

24) Michaela Thaler 2: che tenerezza…
La piccola e giovane italianina è stata rapinata delle bici insieme ai compagni della RSP Arboe. È stata vista in lacrime, non da me. Se l’avessi vista penso che avrei pianto con lei, e per poco non l’ho fatto quando mi hanno raccontato la scena. Così ha fatto una disastrosa gara nel 4cross con una bici di riserva e poco meglio nel downhill, dove è più dotata e dove le personalizzazioni del mezzo sono meno incidenti. Povera…
25) Federico Ravizzini: quattro chiacchiere tra una raidata e l’altra
Federico Ravizzini è un giovane bmx-aro alla prima gara di 4cross. Ovviamente io tutto questo lo ignoro, ma so che è italiano e ci scambio quattro chiacchiere. “Come va?”, “È migliorata l’ultima curva dopo le modifiche?”, “I whoops finali vanno meglio?”. Un po’ di simpatia e calore tra noi (pochi) italiani non fa mai male.
26) Uno spagnolo infreddolito
Vicente è spagnolo, fa sia il 4cross, sia il downhill. Super-infreddolito dalla pioggia, si rifugia sotto l’arco della partenza nella pausa tra le prove libere e quelle cronometrate. È caldo per la gara, ma la temperatura autunnale lo respinge. Tra una parola in inglese, una in italiano e una in spagnolo ci si capisce. Poi, ovviamente, nei giorni successivi sono grandi pacche sulle spalle. Non tutti arrivano primi, ma che importa…
27) Simpatico sì, ma spaccamaroni
Un francese di seconda fascia, arrivato all’ultimo secondo perché bloccato di là dal Tunnel del Monte Bianco da una coda, non ha il numero di gara. I giudici non gli vogliono far fare (giustamente) le prove. E lui inizia con un “C’est pas possible” dietro l’altro. Chiamando Corrado (Hérin), il numero di gara si rimedia. E il francese si placa.
Ma non finisce qui, le teste calde, anche se molto simpatiche, ne hanno sempre una. Il giorno successivo, a prove libere chiuse, il francesotto vuole a tutti i costi scendere. “C’est pas possible”. Lo hanno fatto risalire in seggiovia per niente. Questa volta fa di testa sua, ma la multa dall’UCI non gliela leva nessuno.
28) Giudici e omini UCI
. Giudice modenese, spelacchiato ma con i capelli lunghi. Parla rigorosamente modenese stretto. Alla partenza del four-cross, quando dobbiamo fare le griglie e chiamare i corridori 4 a 4, grida i numeri in modenese. Ulderico Pulciarelli, altro giudice più serio del precendente, li traduce in italiano. Io in inglese. Pensare che qualche atleta capiva immediatamente il modenese… Sarà simile allo spagnolo?
. I boss dei giudici sono ovviamente transalpini. Il boss dei boss è un omino pacioso, rotondetto, molto poco giudice. Aziona il disco della partenza, che si può sentire sul sito di Prokop (accendete le casse, cliccate qui e poi su Ceski o English).
Arrivederci ai primi due, addio agli altri.
29) Atherton Terza d’Inghilterra. Altro che i Tudor o i Windsor…
La più carina e la più tosta di tutte. Riesce quasi a tenere testa al mostro Anne-Caroline, nonostante la giovanissima età. La mountain bike è di famiglia, futuro radioso in vista. Visti i progressi da Les Gets a qui, sia fisici sia tecnici, ho pochi dubbi.

– Rachel Atherton, fresca campionessa inglese di DH –

30) Il cappellino cimelio
Pronostico azzeccato. Tra gli atleti che bazzicavano tra le piste, nei giorni precedenti la gara mi sono fatto fare 6 autografi: Michal Prokop, Brian Lopes, Cédric Gracia. Jill Kintner, Jana Horakova, Anneke Beerten. I primi tre tamarri e le prime tra ragazze del four-cross della gara del giorno dopo. Avessero pagato le scommesse 1000/1 sarei milionario.
Ho fatto 30, faccio 31
31) Fabien Barel 2
Domenica, dopo il downhill, allo stand Kona, Barel sta smontando bellamente un gazebo.
Moi: “Il faut travailler!“.
Le champion du monde: “Les choses se font pas seules!!!
32) Mega-appartamento Pilesco
Un mega-appartamento a Pila, con 5 stanze e due bagni, oltre 7 posti letto… Con Phil, Andrea e Michel. E chi voleva più tornare a casa!
33) Eva Castro: che nome…
La spagnola, accompagnata dal padre (o da un marito molto vecchio) in sopralluogo sulla pista per un paio d’ore la mattina. Il pomeriggio successivo è la prima a schiantarsi, portata via in barella con un braccio fuori posto. Nessuno sa però cosa si sia fatta. Alla partenza sostengono sia una lussazione della spalla, a metà percorso una frattura del gomito, al traguardo i sanitari confermano i dubbi: “Ah, boh, si teneva il polso… non sappiamo bene cosa avesse, l’abbiamo portata via…”. Si saranno presi paura leggendo il nome?
34) Vanessa Quin: la mammina
Vanessa, campionessa del mondo in carica, stacca il miglior tempo e viene a sedersi e a dissetarsi vicino a me al trono. Posa di rito con i suoi bimbi e i fotografi sono contenti. Anche mamma e figli lo sono, ma per motivi meno gossippari…
35) Cédric Gracia. Il tamarro numero 1
Pazzo, stiloso, francese, tamarro, fuori di testa, preciso, vivo, spettacolare, idolo. Infiamma la folla, le sa proprio tutte. In due parole: un grande.
36) Anneke Beerten, Anita Molcik, Steve Peat, Bruno Zanchi, Tracy Moseley e le decine di altri atleti con cui ho avuto a che fare
Sarebbe troppo lungo raccontare tutti i siparietti e tutte le avventure di questa settimana irripetibile. Non escludo up-dates…



Leave a Reply