Tre Allegri Ragazzi Morti – Ponderano – 30/10/2004

| buttato dentro il 10 Novembre 2004 | alle ore 13:36 | da | nelle categorie musica, recensioni, stra-cult | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Sono stato sabato scorso, da buon ragazzo morto (come recita da anni ormai il mio avatar su vari forum e qui sul blog) a vedere e sentire i Tre Allegri al Babylonia di Ponderano a Biella (o di Biella a Ponderano). Che dire, ne è valso il viaggio (un’ora e mezza da una landa desolata all’altra) e la spesa. Un buon concerto (Davide ha sbagliato completamente una sola canzone) e Luca il batterista mi ha davvero stupito. Sono contento perché finalmente li ho potuti vedere, dopo che già altre due volte era saltato tutto…
Mi è piaciuto molto anche il gruppo spalla, le “Diva Scarlet” da Bologna. Un rock pulito ma abbastanza “muro del suono”.
Ritorno a casa con una sfilza di gadget e il ricordo di un’ora di emozioni (che cos’è sennò un concerto?)

Breve considerazione sul locale: non capisco come un locale come il Babylonia (molto bello, ma abbastanza piccolo e in un posto isolato) abbia un successo simile. Un concerto con nomi di spessore ogni settimana, ha ospitato gruppi come i QOTSA, i Melvins oltre a tutti gli italiani… Dee Dee Ramone… Mah!!


Francesco-C – Aosta – 05/11/2004

| buttato dentro il 10 Novembre 2004 | alle ore 13:19 | da | nelle categorie aosta, musica, recensioni | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Venerdì scorso ho assistito, tra i pochi eletti dell’Old Distillery Pub (banalmente, pub inglese di Aosta), al concerto di Francesco e dei suoi “boys”. Rispolverando le vecchie canzoni, con qualche nuova aggiunta, la nuova formazione (un mix tra David Bowie, Guns’n’Roses e Cure – queste classificazioni per similitudine le ho sempre odiate) è veramente azzeccata, combinando capacità tecniche, voglia di fare e casinarità (che ci vuole sempre) nel giusto mix.

Ma immagino che voi lettori non abbiate mai sentito niente di tutto ciò…


Miti moderni – bis

| buttato dentro il 16 Settembre 2004 | alle ore 20:54 | da | nelle categorie musica, politica, psico, stra-cult, tivì | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Per riprendere il discorso lasciato a metà nel post precedente, chi meglio di Arthur Fonzarelli potevo scegliere tra i miti di un’epoca (quella sì) irraggiungibile…
Abbordo il tema del mito divenuto tale grazie alla morte. Nessun discorso più squallido è mai stato udito da un essere dotato di un barlume di intelligenza. Kurt da Seattle è morto, è divenuto mito.
Jim da Melbourne e Jimi da Seattle, pure lui (Luciano da Correggio cantava “La forza della banda è nello star lontani / dai posti in cui son stati Brian, Janis, Jim e Jimi” – sto aprendo troppe parentesi) sono morti giovani e sono divenuti miti. Il Pirata Marco è morto giovane, è divenuto mito. Ovviamente si fanno sempre esempi parziali e soltanto a sostegno della propria delirante tesi.
Henry Winkler, il Fonzie di Milwakee, è un mito riconosciuto dell’iconografia anni 60 americana. Eppure è ancora vivo e vegeto. Il successo lo ha lasciato, ha interpretato qualche particina qua e là in film di serie B. È stato produttore esecutivo di Mac Gyver. Scommetto che non lo sapevate…
Eppure il mito c’è, ogni suo passaggio in TiVì riscuote successo e rievoca un’epoca passata. Forse miti di questo tipo non se ne vedranno più. O chissà. Magari i nostri nipoti avranno come mito rappresentativo degli anni 2000 Luke Perry (azz… questo esempio non regge… non lo ricorda già più nessuno adesso…) o lo sconosciuto Costantino (il Taricone post-Taricone… e a proposito, anche il palestrato filo-Dini doveva restare per sempre nell’immaginario collettivo, ma così non è stato).
Un mito nasce e si alimenta in base all’inconscio delle masse. È un fenomeno inspiegabile, o spiegabile solo in parte. È più facile pronosticare che Kerry si prenderà una scoppola da Bush, ovvio segno della malattia della democrazia americana, che prevedere un nuovo mito al posto della Barbie.
Che discorso idiota…


Miti moderni

| buttato dentro il 10 Settembre 2004 | alle ore 20:44 | da | nelle categorie musica, psico, stra-cult, tivì | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Assisto spesso, come spettatore o come lettore, ad accesi dibattiti sulla “questione mito”. Esistono ancora i miti oggi? Ci saranno ancora miti in futuro? Morire giovani serve per aumentare l’aura del mito?
Beh, mi sembrano semplicemente discorsi idioti di una generazione che ormai ha vissuto tutto. O forse no. Non ha vissuto niente: è solo stata sfiorata da un intorno che però non ha lasciato nulla.
Al giorno d’oggi non si provano più sensazioni, non si ha più entusiasmo per nulla. Tutto è a portata di mano, tutto è vicino e facile. Siamo talmente assuefatti da non riuscire a capire nemmeno le minacce che riceviamo dai vari coglionazzi di turno (Bush, Bin Laden, Putin…) talmente viviamo in una realtà ovattata e fuori dal mondo. Fuori da quel mondo che crediamo di dominare.
La musica non sarà mai come una volta, il rock è morto. Lennon, Morrison, Cobain: angeli morti che non avranno eredi, icone immortali ineguagliabili. Che bello sarebbe stato vivere nella Londra mod, nella Seattle del grunge, nella Chicago dei Bulls o nella Woodstock dei fattoni. I Red Hot e gli Oasis non sono più quelli degli esordi. I Simpson non sono più quelli di una volta, CSI e ER andrebbero aboliti perché non sono più originali e si trascinano solo per soldi. Il calcio era meglio quando era senza soldi (e qui ci scordiamo che i soldi mancano adesso, fino a pochi anni fa erano dieci volte tanto…), nessuno ci ridarà le emozioni di Pantani.
Una serie di luoghi comuni terrificanti. La mia opinione è che siamo talmente pieni di stimoli da non saper apprezzare nulla di quello che TiVì, sport, musica e vita ci presentano, appiattendo tutto all’attuale, togliendogli qualsiasi prospettiva con il passato, con il futuro, in un’atmosfera irreale di autodifesa dalle emozioni.
Dovremmo tornare a pensare di più con il cuore. So che mi avrete già preso per romanticone… O forse no, perché siete talmente appiattiti anche voi lettori che non sarete arrivati a leggere fino a questo punto del mio discorso psico-culturale.
Se, invece, avete resistito fino a qui, vi rinvio ad una probabile continuazione di questo discorso nei prossimi giorni. Spero di non aver troppo banalizzato la questione…


Velvet Revolver – Contraband – 2004

| buttato dentro il 24 Agosto 2004 | alle ore 20:39 | da | nelle categorie musica, recensioni | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Ultimamente compro solo dischi di band che mi fanno schifo. Voi esordirete con un bel eccccchissssenefrega…
In effetti…
Ovviamente fanno ribrezzo alla vista, non all’orecchio: 20 Euro son sempre 20 Euro…
Si è dimostrato così, dopo Jet, Darkness e Strokes, anche per i Velvet Revolver: una band odiosa alla vista, odiosa come carattere, dal parto musicale eterno, dall’attesa spasmodica per la pubblicazione e, tra l’altro, composti per 3/5 da ex-Guns che non ho mai sopportato troppo: tutti gli ingredienti giusti nella dose giusta per non comprare un album.
E invece l’idea serafica che ne davano molte recensioni, di un rock sincero e puro, mi ha convinto nell’insano gesto.
Beh, che dire… Un disco spettacolare, come ne ho sentiti pochi in questi tempi di magra musicale.
Slither, “Scivolone”, il primo singolo, che non avevo mai sentito prima, visto che non ascolto mai la radio e EmmTiVì è l’unica rete musicale che potrei vedere (e, evidentemente, me ne astengo), è stranamente alla posizione 11. Ma il mio dito non ha premuto sul tasto Forward, E questo dettaglio indica già la qualità delle canzoni che la precedono.
Le canzoni, mai violente nonostante la foga di questi arzilli vecchietti (se ne leggono davvero di tutti i colori: un Vasco o uno Zucchero può pubblicare la più grande cagata musicale che è una pietra miliare della musica, se invece dei musicisti escono dal seminato per tornare alle origini è perché sono bolliti), sono le classiche chitarra-chitarra-basso-batteria e, nonostante la classicità dell’intero lavoro, non scadono mai nel déjà-vu o nello scontato. Una bella sorpresa.
Da segnalare, oltre al singolo già citato (che, tra l’altro, ha un video rivoltante – sia per la loro presenza, sia per la scontatezza – che ho scaricato da internet dopo l’acquisto), l’ingresso e il proseguimento di Sucker train blues, la voce suadente di Scott Weiland in Do it for the kids, Big machine, l’unica dall’idea di già sentito Illegal i song, Superhuman e le ballatone Fall to pieces e You got no right. Non pensiate che le altre siano riempitivi…

Tracklist:
01. Sucker train blues
02. Do it for the kids
03. Big machine
04. Illegal i song
05. Spectacle
06. Fall to pieces
07. Headspace
08. Superhuman
09. Set me free
10. You got no right
11. Slither
12. Dirty little thing
13. Loving the alien


Pearl Jam + Stordimento da compleanno

| buttato dentro il 7 Agosto 2004 | alle ore 18:22 | da | nelle categorie demenza giovanile, musica | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

La mia latitanza dal blog termina qui.
Cerco di recensire un album live dei Pearl Jam, ma la prendo larga. Molto molto larga.
Ieri, mio compleanno (piccolo appunto: Supereva mi ha fatto gli auguri, Excite no…), ho ricevuto in dono da una mia amicicia (come direbbe Olmo) una maglietta Levi’s con una scritta rossa Levi’s davanti. Sta di fatto che, dopo aver tirato tardi per locali, stamattina l’ho provata e mi stava a pré-maman.
Così, questo pomeriggio, dopo una polentina veloce veloce tra amici a pranzo (coi 30° Celsius che c’erano all’ombra era l’ideale), vado da Levi’s tra i turisti svizzeri e francesi per cambiare (entro 2 giorni! ma siamo impazziti?) la suddetta maglia – pré-maman.
Mi serve una simpatica commessa caruccia, col tipico accento bolzanino tanto caro al Senatur. Ok, via la maglia Levi’s pré-maman con scritta Levi’s rossa davanti, ripiego su una maglia molto western con un teschio di toro dalle corna a serpente (che però a casa scoprirò essere surfistica anziché western….. mistero della fede). 8 simpatici Euro di differenza, alla faccia del regalo, ma si sa che io ripiego puntualmente sulle cose più care di tutto il negozio, sarà magnetismo.
Così, non contento dell’ “acquisto”, proseguo il mio cammino fino al mio negozio di dischi di fiducia in cui compro l’ultimo dei Pearl, un doppio live acustico benefico (di cui non conoscevo il titolo, ma con tutte queste caratteristiche distintive era difficile sbagliare).
Che dire, un piccolo capolavoro. Il piccolo soltanto perché non c’è materiale originale, tranne una cover di I believe in miracles dei Ramones e un altro paio di cover, tra cui una di Cash.
E qui subentra l’effetto polenta e ore piccole: non conoscendo tutti i titoli dei Pearl, mi piazzo con la custodia del disco sotto gli occhi e, magicamente, leggo i titoli del disco che non sto ascoltando. Strano, questa ricordavo si intitolasse “Can’t keep” e invece qui è “Thin air”… Ma questa non è “Daughter”?
Digerita la polenta, ho capito tutto.

Tracklist:
CD1 (o 2, non è specificato)
01. Of the girl
02. Low light
03. Thumbing my way
04. Thin air
05. Fatal
06. Nothind as it seems
07. Man of the hour
08. Immortality
09. Off he goes
10. Around the bend
11. I believe in miracles
12. Sleight of hand
13. All or none
14. Lukin

CD2 (o 1, vedi sopra)
01. Parting ways
02. Down
03. Encore break
04. Can’t keep
05. Dead man
06. Masters of war
07. Black
08. Crazy Mary
09. 25 minutes to go
10. Daughter
11. Encore break
12. Yellow ledbetter


Ecco il nuovo CT. È ufficiale!!

| buttato dentro il 26 Giugno 2004 | alle ore 11:41 | da | nelle categorie musica, sport, stra-cult, tivì | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Lippi nuovo CT della Nazionale. Come possono dire che abbia esperienza?


Segni della società che cambia #01

| buttato dentro il 23 Giugno 2004 | alle ore 20:47 | da | nelle categorie musica, psico | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Ecco il nuovo sex symbol: Moby (non Prince, come la nave Moby Prince, ma Melville, come lo scrittore della balena bianca).


Right in Sight – Aosta – 29/05/2004

| buttato dentro il 31 Maggio 2004 | alle ore 13:23 | da | nelle categorie aosta, musica, recensioni | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

La serata inizia male: età media inferiore ai 12 anni. E considerando che siamo almeno in 10 ultraventeni la cosa è tragica.
Come tutte le cose iniziate male poi, per fortuna, finiscono bene.
O forse non tutte.
Insomma, a me in questo periodo succede così: le cose iniziano malissimo e finiscono bene.
Il classico lieto fine.
Anche in un concerto metal. Continua…


Neffa – Tavagnasco – 23/04/2004

| buttato dentro il 25 Aprile 2004 | alle ore 23:27 | da | nelle categorie musica | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Campagna del Canavese, Piemonte. Una serata primaverile come altre. Il cielo minaccia e ogni tanto si sfoga con qualche sputazzo di pioggia. L’auto corre veloce tra i campi… pure troppo, non conoscendo la strada. I prati verdi e gli alberi in fiore accompagnano il cammino vano del mezzo su strade sbagliate. Poi, qualcuno, se ne accorge. Dietrofront, omini vestiti da zucca fluorescente, chiesa del Paese, squadretta locale che si allena sotto la pioviggine. E un parcheggio semivuoto. Il cantante Giovanni ha mal di gola. L’organizzazione, che il mazzo se lo è fatto lo stesso, vorrebbe cinque bigliettoni per un concerti di due band sconosciute. La tristezza è tanta, come l’amarezza. L’autostrada verso casa attende, come sempre.
Almeno la pizza mangiata a cena era buona…