Libri da non leggere #02 – Lavorazioni ammissibili

| buttato dentro il 29 Gennaio 2008 | alle ore 10:28 | da | nelle categorie aosta, cultura, politica, recensioni, satira | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Riprende la rubrica “Libri da non leggere”. Dopo i molti consigli letterari del passato, un volume che mi ha lasciato basito.

Volendo leggere un testo con un fondamento storico più autorevole, consiglio “Le cronache di Narnia” di Clive S. Lewis, o “Harry Potter” di Joanne K. Rowling. Volendo un libro con maggiore autorevolezza scientifica, “La storia infinita” di Michael Ende, o “Una storia italiana” di Silvio Berlusconi. Volendo un testo di legge più facilmente interpretabile, la “legge Cirami” sul legittimo sospetto o l’articolo 59 della Costituzione, che regolamenta il numero dei Senatori a vita.

Al di là della satira di bassa lega qui sopra, non ho la competenza in materia per mettermi a discutere di cosa sia “tradizione” o cosa non lo sia: ma osservando la legge, si capisce che non hanno le idee chiare nemmeno in assessorato. L’artigianato valdostano è in una fase cruciale del proprio sviluppo: la fiera di Sant’Orso invade ormai tutta Aosta, l’atelier des métiers occupa l’intera piazza Chanoux senza che vi siano possibilità di ampliarlo. Gli appuntamenti sparsi sul territorio regionale tutto l’anno sono molti, e spesso lasciano a desiderare proprio nell’aspetto qualitativo. Quindi bisogna scremare, trovare dei criteri qualitativi e quantitativi per non fermare la crescita del settore, ma per fargli fare un salto di qualità.
In generale, le migliori soluzioni sono quelle che valorizzano, non quelle che stroncano: posso vendere una camicia che vale 50 euro a 100, ma non lo farò dicendo che “da settembre a dicembre aumento il prezzo del 100%“, dirò che da gennaio in poi “ci sono i saldi, del 50%“. Se anziché spaccarsi la testa (e spaccare i maroni) alla gente decidendo cosa è “tradizione” e cosa non lo è, si fosse deciso di “premiare” chi segue la tradizione, attribuendo un marchio di qualità alle produzioni più autorevoli, e “premiare” chi fa arte, anziché declassare ed emarginare, tutto sarebbe suonato bene, come succede sempre.
E poi, diciamocelo, cos’è la tradizione? E’ tradizione la scultura, che fino a 60-70 anni fa non esisteva in fiera? Non è tradizione la colorazione del legno solo perché fino a 25 anni fa nessuno lo faceva, al di fuori delle chiese? Una abitudine diventa tradizione quando è meritevole di esserlo: la festa della comunità calabrese di Aosta è tutt’altro che una tradizione storica, ma è comunque meritevole di tutela, e i politici vi si impegnano in prima persona (per tornaconto o per buon cuore, la scelta è lasciata ai lettori). Continua…


Turismo – L’oste fa i conti senza i clienti…

| buttato dentro il 7 Settembre 2006 | alle ore 18:22 | da | nelle categorie aosta, economia, turismo | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Il proverbio parla di “fare i conti” e dell'”oste”. Nel caso in questione, sarebbe meglio ribaltarlo. L’oste fa i conti senza i clienti. Crede che il “cliente” sia un’entità astratta e non determinabile. Crede che la “risorsa cliente” sia fungibile e indeterminabile a priori.
Niente di più sbagliato. La clientela moderna è, più o meno facilmente, catalogabile, sondabile, rilevabile, conoscibile. Il punto è che nessuna delle piccole o medie imprese lo sa fare o lo fa. Tanto meno in campo turistico.
Propongo ai miei rari lettori una serie di sconsoltanti esempi estivi. Si riferiscono tutti a casi valdostani, non tanto perché il problema sia solo locale, quanto perché le mie conoscenze più profonde non si spingono altrove. Potrei parlare di iniziative riuscite o malriuscite delle Alpi lombarde o delle Dolomiti, o dei successi o dei flop del Jura o dell’Alta Savoia. Ma non ho dati alla mano e conoscenze dirette, quindi avrebbe poco senso farlo. Credo invece, in modo magari presuntuoso, di conoscere la Valle d’Aosta in molti dei suoi aspetti più caratteristici e in gran parte delle sue storture, tipiche soltanto di questa “regione alpina unica al centro delle Alpi”. Inizio l’analisi con casi a me vicini, lavorando poi per induzione. Continua…